Non tutte le bici si possono elettrificare con un kit.


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La scelta di elettrificare la propria bici è un opzione che sta prendendo molto piede tra coloro che vogliono passare ad una mobilità dolce e lasciare auto, scooter e mezzi pubblici e vivere la città in modo innovativo.

Non sempre però è possibile elettrificare la propria bici, i motivi sono tanti. Prima di procedere, vediamo gli elementi necessari per trasformare una bici muscolare in una bici a pedalata assistita: motore, display, batteria e in alcuni casi centralina e sensore di pedalata, se il motore è posto nel mozzo anteriore o posteriore della bici (ruota nel motore), al contrario i motori posti sul movimento centrale quasi sempre hanno la centralina all’interno del pacco motore.

Individuati gli elementi del kit di elettrificazione vediamo quali sono i motivi che possono precludere la possibilità di portare a termine tale impresa di ammodernamento.

La batteria: non sempre c’è spazio!

La batteria è un elemento che può generare un limite soprattutto quando abbiamo a che fare con MTB bi-ammortizzata in quanto lo spazio all’interno del triangolo del telaio risulta occupato dall’ammortizzatore centrale,

una soluzione potrebbe essere una piccola batteria sottosella (8/10 Ampere ossia un autonomia di circa 30/50 km), che comunque potrebbe dare problemi di baricentro alto della bici e oscillazioni della stessa batteria se si usa la bici off-road, per evitare tali criticita’ si può mettere una batteria all’interno di uno zaino, in questo caso con l’inconveniente di avere qualche filo ingombrante durante la guida.

Il motore non sempre è compatibile con il telaio .

Prendendo spunto da questa bici in foto, una Santa Cruz Bronson, in fibra di carbonio

facendo attenzione ci si rende conto che non è possibile collocare il motore, sia quello posto sulla ruota (motore a sensore di pedalata) e ne quello posto sul movimento centrale (quasi sempre motore a sensore di sforzo detto anche sensore di coppia), vediamo i motivi. Se volessimo mettere un motore posto sulla ruota anteriore o posteriore la forcella essendo una forcella con perno passante, non con sistema a bullone, risulterebbe non compatibile,

infatti tutti i motori in commercio hanno già il cerchione raggiato con il motore al centro della ruota già incluso nel kit, motore che si collega alla forcella con sistema a bullone (no a sgancio rapido o perno passante). Inoltre il motore occupa gran parte dello spazio del mozzo tra i due forcellini (130mm posteriore e 100 anteriore) e spesso freni a disco e pacco pignoni oltre le 7 velocità creano problemi, e chi si cimenta a volersi installare da soli un kit trova grande difficoltà a calcolare questo spazio.

Sul motore posto attorno al movimento centrale invece, bisogna porre attenzione allo spessore del telaio ed esattamente lo spessore della scatola del movimento centrale che ospita il movimento centrale stesso.

Due sono i punti critici: la dimensione della cartuccia del movimento centrale e lo spessore della scatola. Infatti i motori sono calibrati per una misura standard del movimento centrale ossia quello italiano (70 mm) e quello inglese (variabile da 68 a 83 mm) che viene regolato al momento del fissaggio con degli spessori a rondella. A volte può capitare che la scatola sia molto lunga e non compatibile con il movimento centrale del motore. Inoltre bisogna considerare anche il passo della filettatura e nelle bici più antiche e necessario provvedere alla filettatura. In questa bici Santa Cruz è impossibile mettere il motore perché la scatola è molto spessa e permette l’ingresso del motore.

In conclusione la gran parte delle bici standard permettono una trasformazione in e-bike grazie ad una compatibilità con i kit di elettrificazione, altre bici da caratteristiche particolari, invece, richiedono uno studio apposito di compatibilità per non rischiare di fare un acquisto incauto.

Articolo scritto da Davide Campanella 20 giugno 2018